A tredici anni dissi a mia madre di avere un sogno: studiare in un’università americana. Quando si è piccoli si hanno molti sogni, ma io ero abbastanza determinata e mia madre decise di assecondarmi. Fu così che mi iscrisse alla scuola d’inglese di Chiara e da lì iniziai il mio percorso.
Avevo già deciso che sarei voluta diventare un’ ingegnere e, visto che il classico apre la mente e che dal classico sono usciti i migliori ingegneri, mi iscrissi al Liceo Classico Francesco Vivona. Furono cinque anni non affatto facili. Per cinque anni la mia settimana racchiudeva: scuola, studio, scuola d’inglese, pallavolo e lezioni di pianoforte. Non posso mentire e dire che sia stato facile, anzi è stato difficilissimo, ma quando si insegue un sogno la strada non è di certo facile.
Io vivevo all’infernetto e, prendendo l’autobus, uscivo di casa alle 6 e rientravo alle 3. Tra i mille impegni mi ritrovavo a studiare la sera fino a molto tardi di notte. Io non ho mai voluto mollare niente, soprattutto inglese. Andare alla scuola di Chiara non solo mi distraeva dallo studio ma mi avvicinava sempre di più al mio sogno. Feci tutti gli esami che Chiara mi indicò, li passai e continuai a migliorare. Ovviamente 2 ore a settimana non bastano, bisogna esercitarsi: fare “writing”, “readings”, guardare film e completare gli esercizi. Solo quando ho iniziato ad unire le lezioni ad esercitazioni a casa ho visto dei grandi miglioramenti e senza neanche accorgermene mi ritrovai in una delle migliori classi della scuola d’inglese. Senza contare il fatto che ero una delle migliori in classe al Vivona in inglese sia in grammatica che in letteratura senza neanche sforzarmi.
E’ stata la scuola d’inglese a prepararmi agli esami per entrare all’università: pima il First, poi il TOEFL e il SAT.
Il TOEFL e’ un semplice esame d’inglese di livello poco superiore al FIRST che passai facilmente.
Il SAT, al contrario, è lo stesso esame che fanno gli studenti americani per passare dal liceo all’università ed è composto da una parte di comprensione del testo, una di scrittura e una di matematica e logica.
Non è stato una passeggiata.
Certamente superare un esame con cui anche i madrelingua hanno difficoltà ottenendo un punteggio superiore alla media degli studenti americani per me è stata una soddisfazione enorme.
Cosi’ nell’agosto 2016 partii e andaii alla West Virginia University per studiare ingegneria chimica e giocare a pallavolo. In due anni e mezzo in West Virginia ho avuto grandissimi risultati. Abituata a studiare moltissimo e a praticare sport, essere una studentessa atleta non mi è pesato.
Nonostante gli allenamenti alle sei di mattina, le trasferte ogni weekend ed il mio lavoro come assistente del professore di chimica; sono una delle migliori della mia classe, mi ritrovo con tre awards di eccellenza accademica e mi sto per trasferire alla University of Delaware che è una delle prime dieci universita’ negli Stati Uniti per ingegneria chimica.
Di una cosa sono certa, la mia conoscenza dell’inglese ha reso il mio soggiorno in America, soprattutto nei primi tempi, molto piu’ facile. Devo sempre ringraziare Chiara e tutti gli insegnanti che ho avuto per l’aiuto che mi hanno dato e per la porta che mi hanno aperto verso questo sogno.
Sono convinta che nessuno nasce con “un dono speciale” che lo rende più bravo degli altri. Il mio attuale successo è dovuto ai miei genitori che mi hanno sempre spinto a studiare, ad imparare e superare i miei limiti, alla mia tenacia nello studio e alla conoscenza dell’inglese.
Tutti oggi conoscono l’inglese e la sua conoscenza, nella società attuale, non è un valore aggiunto ma un requisito fondamentale. Dal mio punto di vista la conoscenza della lingua ti apre una porta verso il mondo ed è il primo passo verso grandi opportunità di vita.